Venezia invasa da distributori Coca Cola

VENEZIA (23 febbraio) - Due milioni e mezzo di euro, più le royalties sulle vendite: è la somma che la Coca-cola sborserà nei prossimi cinque anni al Comune di Venezia per piazzare nella città insulare decine di distributori automatici di bevande, tramezzini, snack e panini. L'accordo è già definito e manca solo la firma, attesa in settimana. Al Comune di Venezia andranno due milioni e centomila euro, alla Oltrex - la società veneziana che gestisce la sponsorizzazione - quattrocentomila euro. L'amministrazione utilizzerà i soldi della sponsorizzazione per interventi a favore della città.

Oltre alla possibilità di sistemare i suoi distributori automatici in giro per la città, la Coca-Cola avrebbe fatto inserire nel contratto alcune clausole assicurandosi per il prossimo quinquennio la possibilità di organizzare due cene di gala aziendali all'anno nelle Sale Apollinee della Fenice e al piano nobile della sede del Casinò, Ca' Vendramin Caliergi; oltre a questo la società avrebbe garantiti 20 posti a sedere sul palco della Regata Storica e sul galleggiante della festa del Redentore.

La notizia - anticipata da La Stampa - ha sollevato un polverone, scatenando le proteste in primis dei baristi, dei titolari delle bancarelle con licenza e degli esercenti che vedono i propri affari a rischio.

La replica del Comune è stata immediata: «Nessuna deturpazione della città - giura Maurizio Calligaro, capo di gabinetto del sindaco Massimo Cacciari -. È un accordo di marketing territoriale come fanno tante altre città del mondo». Calligaro assicura che la Coca-Cola non "sporcherà" l'immagine di Venezia coprendola di scritte pubblicitarie, dato che le macchinette non avranno il brand della famosa bevanda e ha precisato che non occuperanno il suolo pubblico: «Se non in un caso e cioè vicino ai bagni dei Giardinetti reali - sottolinea con sarcasmo il capo di gabinetto del sindaco -. Una quindicina di distributori andranno sui principali imbarcaderi dei vaporetti, gli altri all'interno del garage comunale e nella zona a traffico limitato della terraferma. Dov'è l'invasione?».

Nei prossimi cinque anni i soldi che finiranno nelle casse comunali, costantemente alle prese con la mancanza di fondi per la tutela del patrimonio artistico della città, non saranno solo gli oltre 2 milioni di euro - precisa Calligaro - ma anche le royalties sulle vendite. La preoccupazione ora è che la polemica possa proprio far sfumare l'accordo in dirittura d'arrivo, sul quale neppure la Sovrintendenza avrebbe nulla da obiettare.

Seccato il sindaco Massimo Cacciari. «È una strategia finanziaria oggi indispensabile per la salvaguardia del nostro patrimonio monumentale-artistico, ed è esattamente in linea con quanto auspicato dal Ministero dei Beni culturali». Il sindaco di Venezia si dice «stupefatto» delle polemiche sul progetto di partnership tra il Comune e la Coca-Cola, «una delle più grandi e prestigiose marche del mondo», progetto che ricalca il metodo già adottato con altre grandi aziende. «Ogni operazione è approvata dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e i fondi ottenuti vengono usati con la massima trasparenza ai fini di tutela e salvaguardia della città», sottolinea il sindaco, facendo notare che la partnership con la Coca-Cola «segue perfettamente il metodo già adottato per altre e altrettanto prestigiose collaborazioni, come con Lancia per il restauro di Palazzo Ducale, con Swatch per la Biblioteca Marciana, con Replay per Cà Rezzonico, con Bulgari per la Scala d'Oro, e inoltre con Fassa Bortolo, Msc Crociere, Banca Intesa, eccetera».

Secondo Cacciari, l'idea che la tutela e la salvaguardia di Venezia «possano essere garantite soltanto da gratuito mecenatismo è semplicemente irrealistica o dettata da pura malafede» e il Comune quindi «intende proseguire con decisione sulla strada così proficuamente intrapresa in questi anni». Non solo per «gli evidenti benefici economici», ma perché il sindaco-filosofo ritiene che la collaborazione tra pubblico e privato costituisca l'asse di qualsiasi strategia amministrativa, in tutti i campi, nel prossimo futuro. «Le "anime belle" che protestano contro una simile strategia, che è adottata ormai in tutti i luoghi e tutte le città del mondo - conclude Cacciari - dovrebbero perlomeno avere il buon gusto di indicare qualche alternativa o, meglio ancora, provvedere di tasca propria agli inderogabili bisogni della loro città».