Ranieri-Trezeguet, separati in casa

L'allenatore stronca le critiche: «E'
un bambino viziato, mi sento tradito»

Pareva Mourinho, era Ranieri, senza offesa. Quasi non serve domanda infatti, sulle lamentele di David Trezeguet per la sostituzione con il Chelsea, perché il tecnico bianconero parte sparato, come avesse un copione, alla José. Basta accendere il microfono: «Un po’ mi sento tradito - attacca - più dall’uomo Trezeguet che dal giocatore, ed è la cosa peggiore. Inspiegabile, da bambino viziato». Requisitoria pesante, soprattutto considerando l’imputato, un veterano dello spogliatoio mica un bimbo, che prelude a una sentenza difficilmente amnistiabile: intanto l’attaccante ha parlato con i dirigenti e dovrà essere multato, secondo il codice etico che il club s’è dato, poi si vedrà. Il poi è il mercato estivo, quando il francese potrebbe essere ceduto, nonostante la conferma fatta da Giovanni Cobolli Gigli: «Trezeguet - ha detto il presidente bianconero - resterà certamente, ha un contratto, ed è uno dei quattro campioni del nostro attacco».

Ranieri, in ogni caso, era furibondo, tanto da dedicare quasi l’intera conferenza stampa della vigilia, pardon il processo, a David: lui che, solitamente, punta il prossimo incrocio (stasera alle 20,30 con il Bologna) e non sempre tollera altri argomenti. «Le sue dichiarazioni mi hanno dato molto fastidio - aveva iniziato l’allenatore - perché queste cose si dicono nello spogliatoio. Non ci siamo parlati: se lui parla attraverso i giornali, io rispondo tramite i giornali. A qualcosa servite». Bocciata la forma, anche il merito è da azzerare: «Non dovevo cambiarlo? In quel momento non stavamo giocando dieci contro undici (Chiellini espulso, ndr), ma nove contro dieci: David aveva toccato sei palloni nel primo tempo e sei nella ripresa, avevo bisogno di un altro giocatore». Il tecnico non intende accettare reclami, pure perché ha fatto di tutto per fargli fare la gara dei sogni, dopo «che era stato fuori cinque mesi» e che, dal rientro, aveva segnato «un gol fortunoso» a Palermo. Sottinteso: bel ringraziamento. «Gli ho fatto giocare 80 minuti nella partita più importante della stagione - ha continuato il tecnico - mi sembra di aver avuto la massima considerazione per Trezeguet, evidentemente lui non ce l’ha per me. Buono a sapersi. L’aveva già fatto dopo l’ultimo gol in serie B: nessuno lo voleva mandare via, io ero stato presentato prima dell’ultima partita e gli avevo detto che contavo su di lui. Lui fece il gesto di volersene andare».

Poi le questioni di pallone rotolano nel «tradimento» personale, e allora è dura fidarsi di nuovo: «Sembra un bambino viziato e un pochino mi sento tradito: dall’uomo più che dal giocatore, la cosa peggiore. Se poi qualcuno esce dal coro, vuol dire che c’è qualcosa dietro: ma noi abbiamo bisogno di quel tipo di giocatori che si assumono il compito di ricostruire la squadra. Ora non vado alla ricerca di scuse: ha sbagliato, punto e basta». Mai era stato così brutale, Ranieri, se non a Pinzolo, due anni fa, quando piallò Chiellini. In attesa della multa («c’è un regolamento, se è uscito dal seminato pagherà»), David è finito fuori dai convocati, ufficialmente perché «ha detto che ha male al quadricipite»: riferito da Ranieri senza troppa convinzione, e vidimato solo nel pomeriggio da una nota della società («affaticamento dimostrato clinicamente») anche se gli esami hanno dato esito negativo. «Va bene così, Ranieri lo conoscete meglio di me», ridacchiava David lasciando Vinovo: «Mi sono fatto male ieri, e l’esclusione l’hanno decisa lo staff medico e Ranieri». Un pochino diverso, come resoconto.

se continui essere troppo buono sarai nessuno