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Mugello, esplode una palazzina:muoiono una madre e i suoi due figli
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Mugello, esplode una palazzina:muoiono una madre e i suoi due figli
ROMA (1° marzo) - Una donna e i suoi due figli sono morti sotto le macerie di una villetta di due piani esplosa stamattina intorno alle 8.15 a Barberino del Mugello (Firenze), in via Garibaldi. Dopo l'esplosione, causata da una fuga di gas, si è sviluppato un incendio. Quando i vigili del fuoco sono riusciti ad entrare nella villetta hanno trovato tre cadaveri: una donna albanese e i suoi due figli, una quattordicenne e un tredicenne.
In precedenza era già stato portato all'ospedale fiorentino di Careggi, in gravi condizioni, Tommaso Mengoni, 38 anni, proprietario dell'immobile, che abita nell'appartamento sottostante quello dove abitavano le vittime: era stato catapultato fuori al momento dell'esplosione, riportando ustioni sul 20-30% del corpo. Per lui, i medici si sono riservati la prognosi.
«Lo scoppio c'è stato dopo che mi sono acceso una sigaretta» avrebbe dichiarato ai medici del 118 Tommaso Mengoni. La dichiarazione di Mengoni è stata verbalizzata dal personale medico ed è trascritta nella cartellina medica acquisita dai carabinieri. Ai medici Mengoni avrebbe detto anche che poco prima dell'esplosione aveva sentito, dall'esterno, una persona avvertire che c'era un forte odore di gas. La persona potrebbe essere proprio l'albanese Angelina Gonai. Un'ipotesi al vaglio degli investigatori è che dopo l'avvertimento Mengoni si sia alzato dal letto e, accendendosi una sigaretta, abbia fatto con una fiamma da innesco alla deflagrazione.
Le vittime sono Angelina Gonai, 37 anni, e i suoi due figli, Dorina, 14 anni, e Dorian, 13. Il marito e padre, Gezim Gonai, era andato via in questi giorni ed era arrivato ieri in Albania insieme a un fratello. I parenti hanno raccontato che l'uomo era tornato in patria perché nelle scorse settimane aveva perso il lavoro di muratore. La moglie Angelina lavorava in cucina in un ristorante a Barberino. La famiglia, originaria di Shkoder, cittadina albanese al confine con il Montenegro, viveva da dieci anni a Barberino ed era molto benvoluta dalla gente del posto. La figlia più grande frequentava la terza media, il fratello la seconda. La ragazzina sognava, secondo quanto ha raccontato un'amica in lacrime, di diventare una “velina”. Il ragazzino invece giocava a pallone come attaccante nel Barberino e questa mattina era atteso allo stadio per giocare contro i pari età del Campi Bisenzio.
L'esplosione causata da una stufa a gas. Subito dopo la tragedia è apparso subito evidente che la causa più probabile dell'esplosione fosse una fuga di gas dalla stufa, alimentata a metano, che si trovava in casa di Mengoni e che è stata trovata in strada: l'esplosione ha provocato il crollo del solaio della palazzina, che è rimasta in piedi, travolgendo l'appartamento al piano superiore dove abitavano la donna albanese e i due figli trovati morti. I detriti si sono sparsi in un raggio di un centinaio di metri lungo via Garibaldi e una strada parallela, via Nazionale, dove si affaccia l'immobile. Il trentottenne ferito abitava al piano inferiore della palazzina, che è di proprietà del padre. Un parente della famiglia albanese, Colombo Gonai, ha raccontato che in passato, nell'abitazione del trentottenne, sarebbero avvenuti altri tre casi tra incendi e fughe di gas.
Le accuse al ferito. I conoscenti e i familiari della donna albanese e dei suoi due figli deceduti in seguito all'esplosione della palazzina a Barberino di Mugello (Firenze) hanno accusato il proprietario dello stabile, Tommaso Mengoni, rimasto ferito nello scoppio, di aver causato la tragedia perchè «già in passato - ha detto Colombo Gonai, un parente delle vittime - dalla sua abitazione al pianoterra c'erano state fughe di gas e piccoli incendi. Fino a notte fonda teneva il volume di radio o televisione alto. Beveva. Si drogava». Sulle accuse dei parenti delle vittime carabinieri e vigili del fuoco stanno conducendo accertamenti.
Il sindaco di Barberino, Gian Piero Luchi, intervenuto sul posto, ha detto però che l'uomo «in effetti in passato ha avuto qualche problema di tossicodipendenza. Ma, se davvero il suo comportamento fosse risultato pericoloso per i vicini e gli inquilini, saremmo intervenuti». Il sindaco ha poi ricordato i due ragazzini morti: «Erano due bambini meravigliosi, pieni di vita. Dorian, il maschietto, proprio stamattina aveva la partita di calcio degli esordienti del Barberino. Lo stavano aspettando, la partita non si è disputata».
Le grida dei bambini. «Buttatevi giù, buttatevi giù, vi prendiamo noi». Con queste parole i primi soccorritori giunti in via Nazionale, dove c'è l'accesso principale all'appartamento dove viveva la donna albanese con i due figli - deceduti in seguito all'esplosione della palazzina con affaccio anche in via Garibaldi -, hanno invocato i due bambini che chiedevano aiuto dalla finestra. Lo hanno detto Adolfo Fiorilli, un uomo di 60 anni accorso dopo l'esplosione e Debora Zairi, vicina di casa. «Insieme ai carabinieri e ad altri vicini di casa - hanno continuato - abbiamo provato a entrare nella palazzina, ma le fiamme e il fuoco erano troppo intensi. Intanto, in strada c'era Tommaso Mengoni visibilmente ustionato e in forte stato di agitazione. Anche lui gridava, rivolto alla famiglia albanese, scendete giù, scendete giù». Tommaso Mengoni, 38 anni, è l'uomo rimasto ferito a causa dell'esplosione e che è il proprietario della palazzina.
Forte odore di gas. Secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, sembra che poco prima dell'esplosione la madre dei due bambini sia scesa in strada perchè sentiva un forte odore di gas. Sembra che abbia anche bussato alla porta al pianterreno dell'abitazione di Tommaso, avvertendo del forte odore. Poi è risalita su e nel frattempo c'è stata l'esplosione. Quando sono giunti i primi soccorritori, il solaio che divide il pianoterra dal piano rialzato della palazzina era ancora integro. La struttura avrebbe ceduto circa 30 minuti dopo, quando sul posto erano già arrivati i vigili del fuoco. La donna e i due bambini sarebbero pertanto deceduti in seguito al crollo.
L'inchiesta della Procura. L'esplosione che ha interessato la palazzina a Barberino del Mugello (Firenze) è stata causata da una fuga di gas metano che si sarebbe sviluppata nella cucina dell'appartamento al piano inferiore dell'immobile, forse per una perdita o per un guasto. Sull'innesco sono in corso accertamenti: potrebbe essere stato anche l'accensione di una luce. È quanto ha detto il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi che ha effettuato un sopralluogo a Barberino insieme al pm Giuseppina Mione.
Nessun indagato. Quattrocchi ha spiegato che al momento non c'è alcuna iscrizione nel registro degli indagati e che su quanto accaduto la procura attende gli esiti degli accertamenti della polizia giudiziaria: al lavoro ci sono vigili del fuoco e carabinieri. «La fuga di gas ha provocato l'esplosione e poi il crollo seguito da incendio», ha detto il procuratore.
La solidarietà della Regione. Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, si è recato stamani a Barberino del Mugello e ha affermato di voler attivare gli uffici del Consiglio regionale della Toscana «nel caso che emerga la necessità di dare assistenza alle famiglie e ai congiunti delle vittime». Nencini ha poi spiegato che «eventuali iniziative saranno prese in accordo con il Comune di Barberino, che so essersi già attivato per le sue competenze».
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