Zero titoli, ma cade pure il gufo

ROMA (12 marzo) - Le inglesi sono più ricche e più forti, seppur di poco: tutte e tre fuori le italiane. Anche la Roma, che pure fa più delle altre due ed esce solo all’ottavo rigore: tira Tonetto che cerca la luna anzichè la porta. Complimenti vivissimi a tutti. Dal primo romanista sugli spalti all’ultimo in campo. Bravissimi. Ridotti ai minimi termini prima della partita e feriti durante. A un certo momento la coppia difensiva era composta da Diamoutene e da Riise, a sorpresa magnifici. In particolare il norvegese che gioca una delle migliori partite della sua carriera.

La Roma segna subito con Juan, che esce poi per il consueto infortunio che accompagna i romanisti dall’inizio della stagione. Da quel momento contropiede giallorosso e attacco in massa dell’Arsenal. La Roma sbaglia il raddoppio e poi si arrabbia per un rigore non concesso. E’ una partita dura, difficile. Sino all’ultimo secondo dei tempi supplementari. Giallorossi con i crampi, si tengono in piedi solo grazie all’orgoglio. Bravi anche i rigoristi, a parte uno stanco Vucinic e un Tonetto non adatto.
Titoli zero, ha detto Mourinho qualche giorno fa riferendosi alla Roma. Finisce come aveva pronosticato il gufo portoghese. Che esce anche lui, comunque e peggio della Roma, che tra tutte le italiane, nonostante le sue note e evidenti difficoltà, è quella che fa la figura migliore. E’ fuori da tutto, però: Scudetto, Coppa Italia, Champions League: Ma questa è la notte dei complimenti, non delle critiche.
L’Inter fa una discreta partita: poco per il Manchester, che può appoggiarsi a un palo e a una traversa. Nel primo tempo addirittura meglio i nerazzurri, che però in Europa, o quando il livello tecnico si alza, perdono in parte i loro uomini migliori: Maicon e Ibra. Due che fanno la differenza in Italia e che per questo valutiamo come fuoriclasse. Forse dovremo rivedere i giudizi.

Nell’insieme, pur fornendo l’Inter una prova positiva, il risultato si può accettare. Gli inglesi reggono sul piano fisico e hanno qualcosa in più in fatto di qualità. Mourinho non centra l’obbiettivo per il quale era stato preso: la Champions League. Per lo scudetto, come si è visto nelle stagioni passate, bastava e avanzava Roberto Mancini. L’allenatore speciale serviva in Europa e invece eccoci davanti alla solita bocciatura. Un anno fa il Liverpool, stavolta il Manchester. Due grandi avversarie, ma non dovrebbe essere grandissima l’Inter? Rispetto all’epoca di Mancini solo una partecipazione totale. Nel senso che sino all’ultimo minuto delle due partite i nerazzurri cercano con testardaggine e orgoglio il risultato. Non basta.