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Stupro alla Caffarella, per gli inquirenti...i responsabili sarebbero romeni
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Stupro alla Caffarella, per gli inquirenti...i responsabili sarebbero romeni
ROMA (15 febbraio) - Sarebbero due rumeni i responsabili dello stupro della quattordicenne avvenuto ieri nel parco della Caffarella. Secondo indiscrezioni, i primi racconti delle due giovani vittime, ancora sotto choc, avrebbero indotto gli agenti della polizia di Stato a ritenere che i due stupratori siano due rumeni. «Gli aggressori sono stranieri. I due ragazzi hanno detto che non parlano italiano. Su nazionalità non escludo che siano rumeni. Le indagini della polizia di Stato proseguono. A media o breve scadenza porteranno a risultati favorevoli. Al momento ci stiamo concentrando sulle indagini. Sulla sicurezza del parco ci sarà apposito esame in un secondo momento», ha detto il questore, Giuseppe Caruso.
E' caccia aperta ai due uomini che ieri nel tardo pomeriggio hanno aggredito una coppietta di fidanzatini vicino al parco della Caffarella, picchiando lui e violentando lei.Finora non sarebbe stato possibile ottenere un identikit dei due uomini dai due fidanzatini: il ragazzo, sentito in Questura ieri sera, avrebbe fornito solo sommarie indicazioni sull'abbigliamento degli aggressori e sulla capigliatura di uno dei due. Sul luogo dello stupro, individuato in tarda serata dalla polizia, però, sarebbero state trovate tracce definite «importanti» per il «prosieguo delle indagini».
Il ragazzo: ci hanno detto che erano armati. «Ci hanno detto che erano armati, che avevano una pistola e che dovevamo seguirli, altrimenti ci uccidevano». Così il ragazzo di 15 anni aggredito insieme alla sua fidanzatina, anche lei 15enne, ha raccontato le fasi iniziali dell'aggressione e poi della violenza subìta nel parco della Caffarella. Il ragazzo ha raccontato alla polizia, in lacrime e fortemente sconvolto, di aver pensato che i due stranieri volessero rapinarlo. Per questo motivo avrebbe detto di avere pochi euro e un cellulare. Poi, una volta arrivati in una delle zone più buie del parco, è stato l'inferno. Il ragazzo è stato picchiato e tenuto fermo, mentre a turno i due stranieri violentavano la sua fidanzatina. Da ieri sera i due ragazzi sono assistiti da una psicologa della polizia di Stato.
Trascinati tra rovi e rifiuti Sono stati trascinati a forza dagli stupratori per 500 metri, da una panchina in un'area per cani adiacente a via Latina fino a una zona nascosta del parco della Caffarella, tra sterpaglie, rovi, rifiuti e terreno scosceso, i due fidanzatini, prima di essere violentata lei e percosso lui. Per arrivarci, dall'ingresso dell'immensa oasi verde che dà su via Latina, dove i due ragazzi sono stati adescati, il tragitto è impervio, a tratti scosceso e nel suo ultimo tratto disseminato di rifiuti, bottiglie e cartoni. Nel percorrerlo si rischia di cadere e rimanere impigliati tra rami sporgenti, rovi e fili spinati. Il punto preciso dello stupro, un anfratto del parco coperto dagli alberi, si trova in un vecchio insediamento nomadi, ormai sgomberato, ma che ne reca ancora molte tracce.
Questore: stiamo facendo l'impossibile «Tutto ciò che è umanamente possibile lo stiamo facendo. Gli investigatori della squadra mobile e l'intera questura di Roma stanno lavorando senza sosta e senza tralasciare nessun particolare a questa terribile vicenda». Lo ha detto il questore di Roma, Giuseppe Caruso, spiegando che ogni sforzo è dedicato alla cattura dei due stranieri anche se l'indagine è particolarmente difficile visto che si basa soprattutto sul racconto dei due giovani fortemente scioccati e spaventati per l'esperienza vissuta ieri.
I fidanzatini in questura Sono stati nuovamente ascoltati nel pomeriggio in questura i due fidanzatini che con gli inquirenti e uno psicologo della polizia hanno dovuto ricostruire quei momenti e
cercare di fornire un identikit dei due malviventi. Le uniche certezze sembrano essere al momento il fatto che i due aggressori sono stranieri, probabilmente dell'Est Europa. E, sempre probabilmente, dalla carnagione scura. Ma secondo gli elementi a disposizione della polizia i due violentatori non erano «proprio due sbandati», perché sembravano, sempre secondo la testimonianza dei due ragazzi, «anche ben vestiti». Questo non vuol dire, ha detto un investigatore, che i due non facciano parte di quegli stranieri che hanno trovato ospitalità nelle grotte e nelle fungaie del parco della Caffarella.
Genitori ringraziano soccorritori I genitori della ragazzina violentata hanno ringraziato i gestori del Simon caffè, il bar adiacente al parco, dove ieri è stata soccorsa la ragazza. «Ho chiamato i genitori per avere notizie della ragazza, per sapere come stesse - ha riferito Alessandra, che lavora nel bar - In quell'occasione mi hanno ringraziato, ma non c'è niente da ringraziare è stato un atto dovuto».
E' caccia aperta ai due uomini che ieri nel tardo pomeriggio hanno aggredito una coppietta di fidanzatini vicino al parco della Caffarella, picchiando lui e violentando lei.Finora non sarebbe stato possibile ottenere un identikit dei due uomini dai due fidanzatini: il ragazzo, sentito in Questura ieri sera, avrebbe fornito solo sommarie indicazioni sull'abbigliamento degli aggressori e sulla capigliatura di uno dei due. Sul luogo dello stupro, individuato in tarda serata dalla polizia, però, sarebbero state trovate tracce definite «importanti» per il «prosieguo delle indagini».
Il ragazzo: ci hanno detto che erano armati. «Ci hanno detto che erano armati, che avevano una pistola e che dovevamo seguirli, altrimenti ci uccidevano». Così il ragazzo di 15 anni aggredito insieme alla sua fidanzatina, anche lei 15enne, ha raccontato le fasi iniziali dell'aggressione e poi della violenza subìta nel parco della Caffarella. Il ragazzo ha raccontato alla polizia, in lacrime e fortemente sconvolto, di aver pensato che i due stranieri volessero rapinarlo. Per questo motivo avrebbe detto di avere pochi euro e un cellulare. Poi, una volta arrivati in una delle zone più buie del parco, è stato l'inferno. Il ragazzo è stato picchiato e tenuto fermo, mentre a turno i due stranieri violentavano la sua fidanzatina. Da ieri sera i due ragazzi sono assistiti da una psicologa della polizia di Stato.
Trascinati tra rovi e rifiuti Sono stati trascinati a forza dagli stupratori per 500 metri, da una panchina in un'area per cani adiacente a via Latina fino a una zona nascosta del parco della Caffarella, tra sterpaglie, rovi, rifiuti e terreno scosceso, i due fidanzatini, prima di essere violentata lei e percosso lui. Per arrivarci, dall'ingresso dell'immensa oasi verde che dà su via Latina, dove i due ragazzi sono stati adescati, il tragitto è impervio, a tratti scosceso e nel suo ultimo tratto disseminato di rifiuti, bottiglie e cartoni. Nel percorrerlo si rischia di cadere e rimanere impigliati tra rami sporgenti, rovi e fili spinati. Il punto preciso dello stupro, un anfratto del parco coperto dagli alberi, si trova in un vecchio insediamento nomadi, ormai sgomberato, ma che ne reca ancora molte tracce.
Questore: stiamo facendo l'impossibile «Tutto ciò che è umanamente possibile lo stiamo facendo. Gli investigatori della squadra mobile e l'intera questura di Roma stanno lavorando senza sosta e senza tralasciare nessun particolare a questa terribile vicenda». Lo ha detto il questore di Roma, Giuseppe Caruso, spiegando che ogni sforzo è dedicato alla cattura dei due stranieri anche se l'indagine è particolarmente difficile visto che si basa soprattutto sul racconto dei due giovani fortemente scioccati e spaventati per l'esperienza vissuta ieri.
I fidanzatini in questura Sono stati nuovamente ascoltati nel pomeriggio in questura i due fidanzatini che con gli inquirenti e uno psicologo della polizia hanno dovuto ricostruire quei momenti e
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