Meglio McDonald's del Kebab?

Perché non lasciare alla gente la possibilità di mangiare quello che vuole, purché sia sano?


Due notizie degli ultimi giorni mi hanno colpito. Da un lato Mc Donald’s, in controtendenza rispetto alla crisi economica, annuncia l’apertura di 240 nuovi punti vendita in Europa con l’assunzione di migliaia di dipendenti. Dall’altra, prima il sindaco di Lucca, poi l’assessore leghista all’urbanistica della regione Lombardia (con il sostegno del ministro per l’agricultura Zaia: «a Natale non ho mangiato l’ananas, figuratevi se ho mai mangiato il kebab») lanciano una crociata contro i locali che vendono kebab nei centri storici delle città. Per loro il decoro di questi luoghi sarebbe messo in pericolo da chi vende specialità etniche. Se il sindaco di Lucca nega di essere razzista perché già un anno fa aveva bandito anche i fast food americani dal centro di Lucca, meno facile sembra la difesa dei leghisti lombardi che sostengono la necessità di salvaguardare il cibo italiano dimenticancdo che la carne del kebab è italianissima. Ma in periodo di crisi di fronte alla richiesta di Mc Donald’s, che garantisce posti di lavoro, come reagiranno? E faranno la voce grossa anche contro la multinazionale del cibo a poco prezzo come la fanno con gli immigrati che aprono rivendite di kebab? Il paradosso è che a frequentare e a fare il successo di questi locali sono solo in minima parte gli immigrati ma soprattutto i giovani lombardi o lucchesi che amano (giustamente) questo cibo. Che dire? Io credo che l’unica distinzione che valga sia quella tra cibo buono e cibo cattivo, tra cibo che piace e cibo che non piace. Personalmente non amo i panini di McDonald’s, mentre il kebab lo trovo gustoso, ma il punto non è questo: credo che ciascuno debba essere lasciato libero di scegliere il cibo che preferisce, purché ci sia la garanzia che sia sano e non avariato. Poi che tristezza i centri storici pieni di boutique e bar fighetti (dove magari ti ritrovi i toast nel cellophan).