Sanremo, Del Noce: rinascita o morte

Bonolis su Povia: l'Arcigay è mosso da rabbia. Il direttore di Rai 1: pretestuose le polemiche sui compensi
SANREMO
La 59esima edizione del festival di Sanremo ne deciderà il destino, almeno televisivo. «Parliamoci chiaro o arriveranno i risultati quest’anno o dovremo ufficializzare la crisi di questo evento». Non ha usato giri di parole il direttore di Raiuno Fabrizio del Noce per chiarire che il festival preparato da Bonolis è molto ricco sia dal punto di vista musicale che spettacolare e che un’eventuale risultato d’ascolto deludente andrebbe imputato all’appeal delle Kermesse modificatosi nel tempo.Quello preparato e ormai in rampa di lancio è un Festival di Sanremo che parte bene «sotto il profilo canoro e anche con il mix di ospiti, a cominciare da Mina e Benigni nella prima serata. Sarà un Festival che comunque sarà ricordato per quello che ha dato». Lo ha detto Fabrizio del Noce, direttore di Raiuno, nella conferenza stampa tenuta alla vigilia della kermesse. Per Del Noce è un evento «che risponde alle indicazioni editoriali che abbiamo dato, un Festival che risponde a una gara vera, con il giusto equilibrio tra cantanti noti e nuovi». Il direttore della rete ammiraglia Rai ha tenuto a sottolineare che se Raiuno negli anni scorsi ha ripreso a veleggiare con gli ascolti «lo si deve proprio a Paolo Bonolis, dapprima con la trasmissione Affari Tuoi e poi con il Festival stesso che ha condotto nel 2005. Certo, poi ci sono oscillazioni e crisi, è normale che sia così, e però se devo pensare a un conduttore che in questi anni ha dato risultati è evidente che mi riferisco a Paolo, la cui affidabilità è indiscutibile».

Del Noce ha anche detto che qualora la rassegna non dovesse andare bene negli ascolti - «ma non credo che sarà così» -, è evidente che questo «non potrà non avere ripercussioni sugli investimenti. Un risultato negativo avrebbe ripercussioni e ripensamenti aziendali inevitabili». Del Noce non si è comunque sbilanciato sul tetto minimo di ascolti televisivi che ci si aspetta, anche se è evidente che si cercherà di ottenere quantomeno un bel pò di punti di share in più rispetto a un anno fa. Per ora nessuno si sbilancia nel parlare di un bis, o quasi, degli straordinari ascolti ottenuti nel 2005.

La canzone di Povia in gara al Festival di Sanremo è ancora al centro delle polemiche. «’Luca era gay’ - è uno dei tanti racconti dell’omosessualità. La lotta dell’Arcigay è giusta ma l’impegno così marcato a non voler raccontare una storia è uno sbaglio, dettato dalla rabbia di una battaglia che non avrebbero dovuto combattere». Lo ha detto Paolo Bonolis in conferenza stampa a proposito delle iniziative preannunciate dall’Arcigay e dal movimento degli omosessuali contro la partecipazione alla gara di un testo che rimanda al delicato tema. E già domani sera, in occasione della prima delle cinque serate televisive del Festival, l’Arcigay ha in programma una manifestazione all’esterno del Teatro Ariston. Rispondendo alle domande sull’argomento, Bonolis ha dapprima sostenuto che «gli omosessuali porteranno la loro gioia, allegria, felicità, e anche il loro pensiero. La canzone di Povia non si schiera da una parte o dall’altra ma racconta una storia. Tutti hanno diritto alla fleicità, e la felicità ha molte strade. Vi assicuro comunque che se la canzone fosse stata offensiva, non l’avrei ammessa al Festival».

E alla domanda se così come è stato fatto in passato da altri conduttori che hanno accolto sul palco dell’Ariston i portavoce di gruppi che avevano animato proteste su temi sociali, quali ad esempio il lavoro, anche lui pensa di invitare a dire la loro Franco Grillini o altri esponenti del movimento omosessuale, Bonolis ha risposto «non ho idea, vediamo in che consiste la manifestazione di domani. Di certo il fatto che siano gay non vuol dire niente, non pregiudica niente: così come accade tra gli eterosessuali, ci sono persone perbene e anche stronzi». Ed ha concluso sottolineando comunque che «se una cosa diventa aggressiva, non c’è bisogno di dare spazio a questa cosa».