Decreto anti-stupri, sì alle ronde Torna la tensione governo-Quirinale

ROMA (20 febbraio) - Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge anti-stupri che prevede tra l'altro le ronde, formate prevalentemente da ex agenti. Pesanti le critiche dal Vaticano: sono un'abdicazione dello Stato di diritto. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva sottolineato: gli agenti di polizia che stanno in strada sono d'accordo con le ronde, gli unici contrari sono i sindacati.

Torna la tensione con il Quirinale. Dopo il disgelo ottenuto grazie al colloquio fra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi, i rapporti governo-Quirinale sono tornati oggi ad agitarsi. Il testo del decreto legge sulla sicurezza, contenente le controverse ronde è stato «concordato» con il capo dello Stato, ha detto Maroni, provocando l'immediata presa di distanze del Colle. Il Quirinale in una nota ha puntualizzato infatti che sui contenuti dei decreti legge resta «l'autonoma ed esclusiva responsabilità del governo».

La norma sulle ronde non entrerà in vigore in modo immediato, ma solo dopo la conversione in legge del provvedimento e l'emanazione di un successivo decreto da parte del ministro dell'Interno. La norma, secondo quanto si apprende, sarebbe stata modificata su richiesta del Quirinale. Il decreto dovrà essere emanato entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, e determinerà gli «ambiti operativi» del provvedimento. Una specifica, questa, che sarebbe stata richiesta dal Quirinale. Ed il nuovo decreto dovrà anche fissare i requisiti per l'iscrizione nell'elenco.

Il giudizio del Vaticano sulle ronde. L'istituzione delle ronde di volontari «rappresenta - per il segretario del pontificio consiglio dei migranti, mons. Agostino Marchetto - una abdicazione dello Stato di diritto». Quella dei volontari civili «non è la strada da percorrere», ha detto il rappresentante vaticano. La repressione dei reati «spetta alle autorità costituite». Irrilevanti le modifiche apportate, ossia «ruolo prevalente» degli ex appartenenti alle forze dell'ordine e il mancato uso di armi. «Cercano così di far passare una norma che aveva già sollevato critiche, anche da parte del capo dello Stato». La Chiesa quindi non dà il suo consenso se ad «alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti».

Il Quirinale. «È opportuno - si legge nella nota del Quirinale - puntualizzare il carattere della consultazione informale intervenuta in ordine allo schema di decreto-legge. Quando si ipotizzi, da parte del Governo, il ricorso a un decreto-legge, la presidenza della Repubblica concorre, in uno spirito di leale collaborazione istituzionale, a verificarne i profili di costituzionalità, oltre che la coerenza e correttezza legislativa nel rapporto con l'attività parlamentare». «Resta naturalmente - conclude la nota - l'autonoma ed esclusiva responsabilità del Governo per le scelte di indirizzo e di contenuto del provvedimento d'urgenza da sottoporre per l'emanazione al presidente della Repubblica».

Il decreto legge approvato. Sì all'unanimità al decreto con le norme anti-stupro che prevede tra l'altro l'ergastolo ai violentatori omicidi, esclusione dai domiciliari e il gratuito patrocinio alle vittime. Sull'immigrazione è stato esteso da 2 a 6 mesi il tempo di permanenza nei centri di identificazione ed espulsione. Pene da sei mesi a quattro anni contro lo stalking. Il dl, ha detto il ministro della Giustizia Alfano, anticipa di 100 giorni la tutela giuridica delle donne. Il ministro dell'Interno Maroni ha sottolineato che sul ddl non c'è stato nessun veto dal Colle. Mentre il ministro della Difesa La Russa ha affermato che nelle ronde un ruolo prevalente l'avranno gli ex appartenenti alle forze dell'ordine. Il premier Silvio Berlusconi infine ha voluto sottolineare che il dl è stato fatto «in seguito al grande clamore suscitato da recenti episodi» ma in realtà «rispetto agli anni 2006 e 2007, nel 2008 c'è stato un calo intorno al 10% degli episodi di violenza, anche nella città di Roma».

Maroni: «Dalle ronde fai da te ai volontari della sicurezza». Nell'impiego di ronde sul territorio, sindaci e prefetti potranno avvalersi di associazioni di cittadini, prevalentemente ex appartenenti alla polizia e alle forze armate. Associazioni diverse da queste «potranno essere scelte dai sindaci solo se non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica». Maroni ha detto che i volontari che parteciperanno alle ronde non saranno muniti di armi ma avranno solo cellulari e ricetrasmittenti per fare segnalazioni alle forze dell'ordine. Il titolare del Viminale ribadisce che «saranno i sindaci a decidere il come, il dove e il quando utilizzare questi volontari». Le associazioni saranno iscritte in un apposito elenco a cura del prefetto. A Guidonia la scorsa notte erano partite le ronde dei volontari della protezione civile ma i carabinieri avevano diffidato l'organizzatore. Il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva parlato di ronde «indegne se usate per la giustizia fai da te».

«Forze di polizia in strada favorevoli, solo i sindacati contrari». Maroni ha detto che «i poliziotti che vanno per strada, non i sindacati di polizia, vedono di buon occhio la collaborazione dei cittadini alla sicurezza, purché sia regolata, come abbiamo fatto noi col decreto». Si dà precedenza alle associazioni di carabinieri e poliziotti in congedo, proposta, ha detto Maroni, allo studio anche del comune di Roma.

«Risorse per 100 milioni di euro al Viminale per allestire un sistema più efficace di presidio del territorio e entro il 31 marzo - ha detto Maroni - assunzione di 2.500 unità di forze dell'ordine da mettere per questo piano straordinario di controllo del territorio».

Sindacati polizia: anche noi siamo su strada. «Il ministro dell'Interno non ricorda che i rappresentanti dei sindacati di polizia sono donne e uomini che prestano servizio per strada, come tutti gli altri colleghi con cui sono quotidianamente a strettissimo contatto» replicano i sindacati di polizia Siulp, Silp-Cgil, Siap-Anfp, Ugl polizia, Coisp e Anfp al ministro secondo il quale alle ronde sono contrari i sindacati, ma non gli agenti che stanno in strada. Le ronde, aggiungono, sono inutili, appesantiscono il lavoro delle forze dell'ordine, aumentano i rischi di aggressioni criminali e «segneranno di fatto la rinuncia dello Stato alla gestione esclusiva e responsabile di una funzione imprescindibile, essenziale e non cedibile: la funzione di polizia».

Manganelli: no militarizzazione, ma sicurezza civica. La risposta alla «diffusa domanda di sicurezza» non può essere la militarizzazione. «La militarizzazione genera le paure - ha detto il capo della polizia, prefetto Manganelli - In un paese blindato viviamo impauriti, non rassicurati». Per il capo della Polizia «questo è un periodo in cui ci allarma il lavavetri, che è un rispettabile allarme, ma attenzione a ricondurre sempre l'incertezza agli effettivi fatti di cronaca». Manganelli parla di «sicurezza civica», garantita cioè coinvolgendo anche cittadini, associazioni di categoria, volontariato.

Immigrazione, estensione da 2 a 6 mesi dei tempi di permanenza in Cie. Si tratta, ha detto Maroni, di un'anticipazione nel decreto di una norma già approvata dal Parlamento europeo per quanto riguarda l'asilo e i rimpatri. Con la nuova norma, ha proseguito, «potremo garantire il rimpatrio di tutti coloro che sono nei Centri per immigrati, in particolari quelli provenienti dalla Tunisia che sono stati trattenuti in queste settimane a Lampedusa».