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ragazzina di 14 anni stuprata dai compagni di scuola in un paese
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ragazzina di 14 anni stuprata dai compagni di scuola in un paese
BRESCIA (9 febbraio) - Continuano le indagini dei carabinieri di Salò sulla vicenda della ragazzina di 14 anni stuprata dai compagni di scuola in un paese sulle montagne della Val Sabbia all'inizio di dicembre. Ieri mattina i primi arresti per sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo: quattro ragazzi, tutti tra i 14 e i 17 anni, accusati di essere responsabili dell'aggressione ai danni della ragazza. Almeno altre cinque ragazzini risultano coinvolte nello stupro, ma, non avendo ancora compiuto i 14 anni all'epoca dei fatti, non sono perseguibili dalla legge.
La vicenda risale ad un sabato sera di inizio dicembre: la vittima, una 14enne, viene invitata a una festa dai suoi compagni di scuola lungo la statale del Caffaro, sulle montagne della Val Sabbia. La ragazza si fida dei suoi compagni e li segue, ma loro, durante la festa (alla quale era presente una quindicina di ragazzi), l'hanno fatta ubriacare e l'hanno chiusa in una stanza, violentandola per ore, seviziandola con il manico di un badile e immortalando sul telefonino le immagini dello stupro. Le stesse immagini che poi hanno inviato con degli mms sui telefonini di amici e che hanno permesso ai carabinieri di risalire agli aggressori. La ragazza è stata lasciata seminuda sopra un divano ed è stata trovata dalle amiche, che l'hanno svegliata con degli schiaffi.
Vittima e aggressori nuovamente sul luogo dello stupro. Tra gli aspetti inquietanti della vicenda, c'è anche il ritorno degli aggressori e della vittima nella medesima casa solo una settimana dopo la violenza. Per quanto riguarda la ragazza, gli investigatori hanno detto che, probabilmente, voleva solo cercare di capire meglio cosa fosse successo e chi fosse stato il responsabile.
Il gip: pulsioni animalesche. Nella sua ordinanza il gip del tribunale dei minori parla di «pulsioni animalesche» a proposito dei 4 minori bresciani arrestati. Le indagini, intanto, stanno rivelando una vicenda ancora più raccapricciante di quanto già emerso ieri. Il procuratore capo dei minori di Brescia, Emilio Quaranta, dal canto suo, ha parlato di «normalità del male», riferendosi agli atteggiamenti di indifferenza colti durante le indagini tra gli indagati.
Codici: servono certezza della pena e campagne di prevenzione. «I casi di violenza sessuale che si stanno consumando in questi giorni - dice il segretario nazionale dell'associazione nazionale Codici, Ivano Giacomelli - non sono altro che il sintomo di un disagio che sta investendo la nostra società. La proposta di legge presentata questa mattina in merito alle "modifiche al codice di procedura penale" e che individua nella custodia in carcere la misura più idonea rappresenta sicuramente un segnale importante per punire tali atti di violenza. La certezza della pena insieme a campagne di prevenzione e associazioni come Codici che offrono consulenza alle vittime sono insieme le strategie più idonee ad arginare il fenomeno».
In Italia - secondo i dati elaborati da Codici - 6 milioni 743mila donne dai 16 ai 70 anni hanno subìto violenze, di cui un milione e 150mila nel 2006 e 1.400.000 ragazze sono state vittima di violenza sessuale prima dei 16 anni. In Europa il 12-15% delle donne subisce quotidianamente violenze domestiche che rappresentano la prima causa di morte tra i 16 e i 44 anni, ancora prima di cancro, guerre e incidenti.
La vicenda risale ad un sabato sera di inizio dicembre: la vittima, una 14enne, viene invitata a una festa dai suoi compagni di scuola lungo la statale del Caffaro, sulle montagne della Val Sabbia. La ragazza si fida dei suoi compagni e li segue, ma loro, durante la festa (alla quale era presente una quindicina di ragazzi), l'hanno fatta ubriacare e l'hanno chiusa in una stanza, violentandola per ore, seviziandola con il manico di un badile e immortalando sul telefonino le immagini dello stupro. Le stesse immagini che poi hanno inviato con degli mms sui telefonini di amici e che hanno permesso ai carabinieri di risalire agli aggressori. La ragazza è stata lasciata seminuda sopra un divano ed è stata trovata dalle amiche, che l'hanno svegliata con degli schiaffi.
Vittima e aggressori nuovamente sul luogo dello stupro. Tra gli aspetti inquietanti della vicenda, c'è anche il ritorno degli aggressori e della vittima nella medesima casa solo una settimana dopo la violenza. Per quanto riguarda la ragazza, gli investigatori hanno detto che, probabilmente, voleva solo cercare di capire meglio cosa fosse successo e chi fosse stato il responsabile.
Il gip: pulsioni animalesche. Nella sua ordinanza il gip del tribunale dei minori parla di «pulsioni animalesche» a proposito dei 4 minori bresciani arrestati. Le indagini, intanto, stanno rivelando una vicenda ancora più raccapricciante di quanto già emerso ieri. Il procuratore capo dei minori di Brescia, Emilio Quaranta, dal canto suo, ha parlato di «normalità del male», riferendosi agli atteggiamenti di indifferenza colti durante le indagini tra gli indagati.
Codici: servono certezza della pena e campagne di prevenzione. «I casi di violenza sessuale che si stanno consumando in questi giorni - dice il segretario nazionale dell'associazione nazionale Codici, Ivano Giacomelli - non sono altro che il sintomo di un disagio che sta investendo la nostra società. La proposta di legge presentata questa mattina in merito alle "modifiche al codice di procedura penale" e che individua nella custodia in carcere la misura più idonea rappresenta sicuramente un segnale importante per punire tali atti di violenza. La certezza della pena insieme a campagne di prevenzione e associazioni come Codici che offrono consulenza alle vittime sono insieme le strategie più idonee ad arginare il fenomeno».
In Italia - secondo i dati elaborati da Codici - 6 milioni 743mila donne dai 16 ai 70 anni hanno subìto violenze, di cui un milione e 150mila nel 2006 e 1.400.000 ragazze sono state vittima di violenza sessuale prima dei 16 anni. In Europa il 12-15% delle donne subisce quotidianamente violenze domestiche che rappresentano la prima causa di morte tra i 16 e i 44 anni, ancora prima di cancro, guerre e incidenti.
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