Trento, salta la scuola con tre compagni Ubriachi, la violentano

TRENTO (3 febbraio) - Una ragazza di 14 anni di Trento ha denunciato alla polizia di essere stata violentata da tre ragazzi, anche loro minorenni. La ragazza ha raccontato che una mattina aveva deciso di saltare la scuola, l'Istituto superiore di Trento, con alcuni compagni. In tutto, sette ragazzi, non nuovi a disertare le lezioni: oltre ai tre violentatori, c'erano anche una coetanea della ragazzina violentata, il suo fidanzato e un altro minorenne.
I tre violentatori hanno convinto la vittima a bere superalcolici fino all'ubriachezza, poi l'hanno portata a casa di uno di loro, dove è avvenuta la violenza.
La Squadra Mobile ha infatti ricostruito che l'adolescente, quel giorno, era completamente ubriaca, probabilmente vicina al coma etilico, dopo aver bevuto una bottiglia di vodka e quattro bicchieri di vino. Quando ha perso conoscenza, i ragazzi hanno iniziato a violentarla.

La ragazza ha nascosto anche alla famiglia di aver subito violenze, giustificando il suo nervosismo con gli impegni scolastici, finché dopo un mese ha rivelato il segreto alla sorella più grande, appena maggiorenne. La madre e la sorella della 14enne hanno denunciato il tutto ai carabinieri, che hanno subito rintracciato i violentatori.
I tre ragazzi, di 14, 15 e 17 anni, non facevano infatti mistero a scuola della loro bravata, e raccontavano a tutti la violenza sulla 14enne che loro definivano come «una facile».

I tre giovani sono incensurati per forze dell'ordine e Tribunale dei minori. Per i due più piccoli è stata stabilita una misura cautelare di due mesi in comunità; sei mesi invece per il 17enne. La ragazza adesso è seguita da specialisti e al momento non sta frequentando la scuola.

Il preside. «Credo che la mia sia una scuola come altre, con tanti ragazzi molto educati, tra loro e verso gli insegnanti, ma anche di non poter escludere che ci sia chi partecipi a quelli che ormai sembrano i riti del sabato sera, scanditi da alcol e magari anche da droga». E' l'analisi che avanza il preside della struttura scolastica frequentata dall'adolescente e dai presunti autori del gesto. «In ogni caso - prosegue il dirigente - il pensiero che la vicenda riguardi ragazzi della mia scuola mi angoscia. L'istinto è di non voler accettare che una cosa così grave possa accadere nella tranquilla Trento e riguardi invece solo periferie urbane degradate di grosse città».

La psicologa a scuola. «C'è una psicologa che un giorno alla settimana può essere consultata dagli studenti, in segreto, senza essere visti, all'insaputa mia e degli altri - continua il preside -. Facciamo corsi di educazione sentimentale e sessuale, con esperti nel Programma salute, che riguarda molte scuole trentine. Ci sono giornate di dibattiti organizzate dagli stessi ragazzi, insegnanti coordinatori delle classi e studenti rappresentanti di classe che possono riferirmi ogni problema».