Cinque condanne in appello per il crollo della scuola «Jovine» di San Giuliano di Puglia (Campobasso) avvenuto il 31 ottobre 2002 e nel quale morirono 27 bambini e una maestra.

ROMA (25 febbraio) - Cinque condanne in appello per il crollo della scuola «Jovine» di San Giuliano di Puglia (Campobasso) avvenuto il 31 ottobre 2002 e nel quale morirono 27 bambini e una maestra.

Nel luglio 2007, gli imputati furono tutti assolti. Dopo oltre otto ore e mezza di camera di consiglio, la Corte d'Appello di Campobasso presieduta da Mario Iapaolo ha quindi ribaltato la decisione dei giudici di primo grado. Per uno degli imputati, il costruttore dell'edificio, Giuseppe Uliano, è stata confermata l'assoluzione di primo grado.Le condanne vanno da un minimo di due anni undici mesi e un massimo di sei anni e dieci mesi.

Queste le condanne: sei anni e dieci mesi di reclusione per l'impiegato comunale Mario Marinaro - responsabile della pratica per la sopralevazione della cuola - e Giuseppe La Serra, progettista e direttore dei lavori; cinque anni agli imprenditori Carmine Abiuso e Giovanni Martino; due anni e 11 mesi all'allora sindaco Antonio Borrelli, che nel crollo perse una figlia (la condanna, essendo sotto i tre anni, beneficia dell'indulto).

Giustizia è fatta: così hanno commentato la sentenza i famigliari dei 27 bambini e della mastra morti nel crollo della scuola. Alla lettura della sentenza i genitori delle vittime sono si sono abbracciati commossi e hanno pianto. Alcuni hanno battuto le mani. «Abbiamo sempre sostenuto che a causare il crollo dell'edificio non fu il terremoto, ma che la tragedia fu determinata dalla mano dell'uomo - hanno affermato alla fine del processo -. Oggi ci hanno detto chi ha ammazzato i nostri cari».

Il procuratore generale Claudio Di Ruzza aveva chiesto sette anni di reclusione per La Serra e Marinaro (condannati a sei anni e 10 mesi ciascuno); cinque anni per gli imprenditori Abiuso e Martino (cinque anni); tre anni e tre mesi di reclusione per l'ex sindaco Borrelli e Uliano: il primo è stato condannato a due anni e 11 mesi mentre al secondo è stata confermata l'assoluzione.

Gli imputati - nessuno di loro era presente in aula al momento della lettura della sentenza - sono stati condannati anche al risarcimento dei danni alle parti civili, con una provvisionale immediatamente esecutiva: 150 mila euro per ogni bambino morto e 100 mila euro per chi rimase ferito nel crollo.

La Serra, Marinaro, Martino e Abiuso sono stati poi interdetti perpetuamente dai pubblici uffici: per La Serra, Martino e Abiuso è stata decisa anche l'interdizione per cinque anni dalle rispettive professioni. Gli avvocati degli imputati hanno preannunciato ricorso in Cassazione.